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Siamo ormai arrivati alla conclusione della manifestazione S/paesati – eventi sul tema delle migrazioni – giunta alla XVII edizione. A dicembre, la presentazione del romanzo Voci rimosse di Alberto Flego e lo spettacolo teatrale Convention regia e drammaturgia di Barbara Sinicco.

Martedì 06 dicembre ore 18.00 alla libreria Antico Caffé San Marco – Via Cesare Battisti, 18 Trieste presentazione del romanzo VOCI RIMOSSE di Alberto Flego. Introduce Gianfranco Schiavone (presidente ICS) alla presenza dell’autore.

Questo è un romanzo di cronaca contemporanea, che ripercorre sette mesi di storia dando voce a chi non conosciamo, e che a volte fatichiamo a comprendere. Sono le Mille e una Voce che l’Europa ha rimosso. L’autore innesca con la scrittura un ribaltamento di prospettiva analitica che, con il pretesto di narrare la storia di un campo profughi alle porte dell’Europa attraverso l’esperienza dei volontari Alan e Kristin, dà voce agli esuli ascoltandoli in rispettoso silenzio. Le loro voci rimosse riconquistano così dignità, quella dignità calpestata da logiche e accordi internazionali ingiusti e lesivi dei diritti umani di chi fugge per salvare la vita. Un pamphlet realistico e per niente satirico, che ricompone i pezzi di un puzzle che la memoria collettiva tende a rimuovere, e che deve ricordarci invece che in futuro le nuove generazioni ci chiederanno come mai tutto questo sia davvero accaduto, qui in Europa, nel lontano e buio 2016.

 

Lunedì 19 dicembre alle 20.30 Teatro Stabile Sloveno – Via Petronio, 4 Trieste Convention regia e drammaturgia di Barbara Sinicco con Mamadu KonateNasim NuriSilvia MancaleoniKhouzama RedaGiulia Binali, Zabiullah Ahmadi

Alle radici delle cause dell’immigrazione. Una riunione ai vertici del potere-una convention-tra alcuni paesi del mondo. Presidenti, ministri, deputati, ambasciatori, capi rivoluzionari…ex presidenti che non vogliono lasciare il posto, si ritrovano a parlare di corruzione, immigrazione, colpi di stato, guerra, diritti umani…Non vedono però, e ce l’hanno sotto gli occhi, l’oggetto principale delle loro discussioni: l’uomo. L’uomo è diventato invisibile, letteralmente per loro, è il personaggio del Griot che lo interpreta, colui che nella tradizione di alcuni paesi africani è il cantastorie, il musicista, ma anche chi denuncia le nefandezze dei potenti. Il griot introduce i personaggi, partecipa e commenta la storia, interviene, ma nessuno se ne accorge, se non come di un inserviente…Fino a quando..?
Una satira di fantasia ma non impossibile, ironica ma per niente divertente, poetica ma piuttosto grottesca…..

Lo spettacolo nasce come naturale prosecuzione del precedente “Zindabad!”, primo spettacolo del gruppo formata da attori stranieri e italiani, e dall’esperienza dell’associazione culturale Fabbrica delle bucce da anni impegnata nel campo del teatro civile e delle tematiche interculturali e dell’immigrazione.

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