Quattro puntate quotidiane speciali di Sold Out – la trasmissione di Radio Fragola che si nutre di cultura e spettacolo – a partire da martedì 4 settembre 2018 alle 9.35. In diretta dalla Mostra del Cinema di Venezia. Il nostro critico cinematografico “cattivissimo” Alan Viezzoli, intervistato dal conduttore Giuliano Caputi, farà la sua solita spietata analisi sui film in concorso. Svelerà, inoltre, curiosità, segreti, gossip sulla Kermesse del lido veneziano.
Ultima tra i grossi festival cinematografici europei – ma forse più importante data la sua vicinanza alla cosiddetta “stagione degli Oscar” – la 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha aperto i battenti il 29 agosto. Undici giorni di proiezioni continue, dalle 8.30 del mattino fino a oltre la mezzanotte, divise su nove sale per oltre 150 tra lungometraggi e cortometraggi.
21 sono i film in concorso e tra questi la giuria presieduta da Guillermo Del Toro, fresco del suo Leone d’Oro vinto esattamente un anno fa per La forma dell’acqua, dovrà scegliere a chi assegnare l’ambito riconoscimento. I nomi dei registi in lizza quest’anno sono strabilianti, a cominciare dai fratelli Coen, che nessun “toto-nome” fatto nelle settimane precedenti l’annuncio del programma della Mostra ha saputo prevedere. Ethan e Joel Coen presenteranno The Ballad of Buster Scruggs, film a episodi ambientato nel West in cui si spazia tra i generi e gli stili di regia. Poi, sempre tra i nomi “grossi”, troviamo Damien Chazelle, l’acclamato regista di La La Land, che torna ad aprire la Mostra, stavolta con First Man, biografico su Neil Armstrong, il primo uomo ad aver messo piede sulla Luna; Luca Guadagnino con il suo remake di Suspiria, il classico del 1977 di Dario Argento; Alfonso Cuarón, già regista di Gravity, passato nel 2013 a Venezia e vincitore di sette premi Oscar, con Roma, film autobiografico ambientato nella Città del Messico degli Anni ’70; Mario Martone, regista di Noi credevamo e Il giovane favoloso, con Capri-Revolution, storia di una comune di nord-europei stabilitasi a Capri e di una ragazza del luogo, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.
Tra i nomi meno famosi ma più attesi dai critici, sempre in concorso, troviamo Yorgos Lanthimos, il regista greco di The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro, con The Favourite in cui si racconta la rivalità tra due donne nel XVIII secolo per diventare la favorita della regina Anna d’Inghilterra; Jennifer Kent, la regista australiana che aveva esordito nel 2014 con il folgorante e bellissimo Babadook, che a Venezia presenta The Nighingale, la storia di una detenuta irlandese che nel 1825 attraversa la Tasmania sulle tracce di un ufficiale britannico per vendicarsi di un terribile atto che l’uomo ha compiuto ai danni della di lei famiglia; Mike Leigh con Peterloo che racconta del massacro avvenuto nel 1819 a St. Peter’s Field, presso Manchester, quando i soldati britannici spararono a circa 80.000 uomini che stavano manifestando pacificamente per chiedere una riforma politica; Roberto Minervini con What You Gonna Do when the Word’s on Fire?, sorta di docu-fiction su una comunità afro-americana in Louisiana coinvolta nel 2016 in terribili fatti legati al razzismo; Shinya Tsukamoto, regista giapponese che presenta Zan, una storia di ronin nel XIX secolo.
Tra i film fuori concorso e nelle sezioni collaterali, è interessante segnalare A Star Is Born, opera prima di Bradley Cooper, con lo stesso Cooper e Lady Gaga, ennesimo remake di È nata una stella; Una storia senza nome di Roberto Andò, in cui si racconta del furto di un Caravaggio avvenuto nel 1969; Les estivant di e con Valeria Bruni Tedeschi; le prime due puntate della serie TV L’amica geniale di Saverio Costanzo, tratto dai romanzi di Elena Ferrante; Ying, storia di riconquista di un regno perduto, diretto da Zhang Yimou; Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, film che racconta il caso Cucchi basandosi sugli atti processuali; La profezia dell’armadillo, opera prima del regista Emanuele Scaringi, basata sull’omonima, stupenda graphic novel scritta e disegnata da Zerocalcare; Il ragazzo più felice del mondo, sorta di atipico documentario di inchiesta – ma il soggetto riguarda uno sconosciuto personaggio che da vent’anni si spaccia per quindicenne e scrive a tutti i fumettisti italiani chiedendo loro un piccolo disegno con la dedica “A Francesco” – diretto dal fumettista Gipi che aveva dato prova di avere dell’ottimo talento dietro la macchina da presa già nel 2011 con L’ultimo terrestre.