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L’Associazione Nazionale Funzionari del Trattamento – A.N.F.T. – rappresenta i funzionari giuridicopedagogici dell’esecuzione penale intramuraria per adulti, operatori che curano i percorsi trattamentali in carcere dei soggetti condannati.
L’associazione ha proclamato di recente lo stato di agitazione di categoria in tutta Italia al fine di rendere noto che alla crescita di altre figure professionali all’interno degli II.PP. non si è accompagnata una parallela valorizzazione del ruolo dei funzionari giuridico-pedagogici e quindi si è assistito ad un consequenziale mutamento degli equilibri tra i due pilastri istituzionali coinvolti dell’esecuzione penale all’interno delle carceri, vale a dire l’area della sicurezza e l’are del trattamento rieducativo.
Occorre quindi un intervento del Legislatore diretto a ripristinare l’equilibrio tra i diversi interessi pubblici coinvolti nell’esecuzione della pena come previsto dalla Costituzione e dall’O.P. e, quindi, una razionalizzazione dell’assetto organizzativo del personale penitenziario che attende al trattamento dei soggetti ristretti in carcere.
Da addetti ai lavori, che vivono quotidianamente e direttamente le dinamiche penitenziarie, abbiamo formulato una proposta che prevede la creazione di un ruolo tecnico dei funzionari giuridico-pedagogici all’interno del Corpo di Polizia Penitenziaria, al fine di agevolare la maturazione in tutti gli operatori penitenziari di un più significativo senso di comune appartenenza, una osmosi culturale-professionale tra tali operatori e quindi la consapevolezza della contestuale presenza dei diversi interessi pubblici coinvolti nella pena verso una loro più funzionale e doverosa armonizzazione.
In tal modo infatti si potrà assicurare una migliore armonizzazione delle istanze di sicurezza e di quelle di risocializzazione.
Il riassetto organizzativo chiesto da questa associazione non potrà che avere positive refluenze anche sul processo di umanizzazione della stessa.
Tale intervento del Legislatore costituirebbe recepimento della Regola n. 79 contenuta nella Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa R(2006)2, che esorta gli Stati aderenti ad estendere agli operatori penitenziari, quali sono ovviamente anche i F.G.P., i benefici previsti per le FF.OO., ed innescherebbe una significativa spinta motivazionale riconducibile alla valorizzazione della categoria.
Alcuni giorni addietro questa associazione ha rappresentato questa criticità dell’assetto organizzativo del personale che cura il trattamento dei detenuti anche presso una Commissione costituita presso il C.S.M. e che studia i problemi del carcere e della Magistratura di Sorveglianza.

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