Anche quest’anno Radio Fragola è media partner della rassegna Porky’s International, che ospiterà domenica 22 gennaio i live di La Dolce Vita e Moonwalks dalle ore 18 al Capota di Brussa (VE).
LA DOLCE VITA (Post Punk – UD)
La Dolce Vita si è formalmente costituita a Udine nei primi anni ’80, dove ha avuto una intensa attività con diverse esibizioni locali.
I componenti affondano le loro radici nell’avanguardia musicale, soprattutto inglese, della fine degli anni ’70 e dei primissimi anni ’80 e si rifanno alla scena post-punk di quel periodo, con alcune influenze mod . Gruppi di riferimento: Devo, Joy Division, The Jam, Wire. Dopo un lungo periodo di inattività, il gruppo si è ricostituito da qualche anno. La band ha ripreso in mano il vecchio repertorio rielaborandolo ed ampliandolo e riprendendo anche l’attività live dal 2012.
Il gruppo si compone di quattro elementi:
Massimo Sebastianutti – chitarra ritmica e voce
Maurizio Mazzon – chitarra solista
Roberto Pacagnan – basso
Sergio Celeghin – batteria.
Musica spiazzante, nervosa, a tratti aggressiva e a tratti dolce, mai scontata.
MOONWALKS (Dark Space – Detroit, U.S.A. )
Dalle stazioni radio di Giove, in esclusiva sulla terra, arrivano le oscure tute psichedelico-spaziali made in Detroit dei Moonwalks: la band composta da Tyler Grates (chitarra/tastiere), Kerrigan Pearce (batteria), Jacob Dean (chitarra) e Kate Gutwald (basso).
Quella dei Moonwalks è infatti, sin dal principio, una carriera stellare, o meglio, nata in studio sotto una buona stella: il leggendario Jim Diamond (White Stripes/The Dirtbombs) che registra il loro primo EP pubblicato nel novembre del 2014. Originaria della scena DIY di Detroit, la band incomincia a colonizzare il pianeta suonando in magazzini e sedi di fortuna della città, per poi girare, in seguito, gli Stati Uniti con Michiganders Heaters nonché aprire i concerti di Thee Oh Sees, The Holydrug Couple e di Holly Golightly. È però con l’LP di debutto (uscito il 6 novembre 2015 e registrato sempre da Diamond) che i Moonwalks decollano definitivamente, facendo tesoro dell’esperienza sul palco, della consolidata unione, delle innovazioni captate a Detroit e di nuove impressioni artistiche rock-cinematografiche. Il risultato non può che essere grandioso: un rock psichedelico, dichiaratamente debitore ai sixties, che non suona mai datato e che fa pensare a chiunque lo ascolti ciò che afferma il chitarrista Tyler Grates: “Non vorrei rimanere su Giove ma non mi dispiacerebbe non tornare sulla terra”.