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Quest’anno la manifestazione S/paesati- eventi sul tema delle migrazioni compie vent’anni.

Un traguardo importante che sta a significare come i temi dello spaesamento, dei fenomeni migratori, della globalizzazione, dei cambiamenti della società siano argomenti che appassionano i cittadini e le cittadine di Trieste e della regione Friuli Venezia Giulia.

Tuttavia essendo proiettati verso il futuro e pensando alle prossime trasformazioni, non abbiamo voluto essere in alcun modo celebrativi, ma bensì continuare il nostro percorso alla scoperta dei mondi e delle dimensioni creative connesse con le migrazioni, consapevoli dell’urgenza e dell’importanza di affrontare con serietà e rispetto la complessità della realtà odierna.

Per questo motivo cominceremo con il performing reportage Tre Manoscritti della fotografa polacca Monika Bulaj che ci condurrà attraverso i mondi sulla via della seta, in cui le culture e le religioni si mescolano e si confondono. Con questo spettacolo in cui si combinano la parola e l’immagine, ribadiamo l’attenzione per la fotografia, che è stata una costante di S/paesati sia nella scelta dell’ immagine annuale del festival, sia per le mostre che si sono susseguite nelle varie edizioni. Anche quest’anno ospiteremo due mostre – Imaginary mountains della fotoreporter Linda Dorigo che ci racconterà le radici comuni del mondo della montagna, connettendo la sua dimensione montana carnica con quella del popolo curdo. Insieme ai giornalisti Luca Mattiucci (giornalista) e Lorenzo Cremonesi (inviato del Corriere della Sera) approfondiremo il significato della montagna non solo nella nostra tradizione, ma anche in quella di altri paesi. Con lo spettacolo Il paese che non c’è ritornerà lo straordinario attore pugliese Fabrizio Saccomanno, che aveva già interpretato Gramsci, con Gianluigi Gherzi, attraverso la cui narrazione drammatica conosceremo meglio la storia dei curdi. Ospiteremo anche un’altra mostra fotografica,

Dentro l’ Esodo di Emanuele Confortin, fotografo che ha raccolto in un volume le immagini intense e drammatiche dei profughi in fuga dalla Siria e da altri paesi in Grecia sulla rotta balcanica, introdotto dalla giornalista Lilli Goriup.

Affronteremo la complessità della migrazione anche con lo spettacolo Dialoghi di profughi che racconta l’esilio del drammaturgo Bertold Brecht in fuga dalla Germania nazista, mentre con Matteo Marsili di ICTP cercheremo di capire la nostra società e l’immigrazione dal punto di vista demografico, ospitando l’esperto in materia il prof. Della Zuanna dell’ Università di Padova. Restando in materia di numeri, presenteremo in prima nazionale la nuova produzione Io non sono un numero con Laura Bussani, in cui parleremo dei numeri dell’oggettivizzazione su diversi soggetti, evocando le storie individuali che stanno dietro alle statistiche. Un’altra produzione in programma è lo spettacolo su Osiride Brovedani di Stefano Dongetti, la cui storia è capace di ispirare i giovani perché è stato un triestino capace di ricominciare la sua attività imprenditoriale dopo l’esperienza drammatica del campo di concentramento, dove era stato ridotto anche lui a un numero. Si tratta di un’iniziativa nata assieme e con il sostegno della Fondazione Osiride Brovedani, che ha lo scopo di far conoscere questa figura importante del panorama cittadino, nazionale e internazionale, attraverso l’interpretazione di Alessandro Mizzi.

L’altra produzione importante di Bonawentura è lo spettacolo Zois-it.si di Sabrina Morena, Martin Lissiach, Danijel Malalan, una coproduzione con il Teatro Stabile Sloveno, attraverso il quale promuoviamo il dialogo interculturale fra italiani e sloveni, facendo conoscere un personaggio fondamentale nella cultura triestina e slovena come l’illuminista Žiga Zois. Gli attori  Elena Husu, Alessandro Mizzi, Danijel Malalan si sono prestati ad un gioco di travestimenti nel spirito settecentesco, evocando il circolo di Zois a Lubiana, ma anche la corrispondenza fra l’illuminista e Giacomo Casanova con cui condivideva la passione per il teatro.

Le connessioni tra le diverse culture è sempre stata una prerogativa di S/paesati e quest’anno va esplorare i legami tra la letteratura triestina italiana e slovena con il panorama letterario serbo. Con la prof. Marija Mitrović e l’Associazione culturale Giovani Serbi avremo l’onore di ospitare un incontro con i principali autori triestini, le cui opere sono state tradotte in serbo: Claudio Magris, Paolo Rumiz , Cecilia Prenz, Octavio Prenz, Marko Sosič, Marko Kravos, Boris Pahor.

S/paesati è uno spazio di incontro dove si possono incontrare gli ospiti di ICS con una cena multietnica dopo lo spettacolo Tracce, frutto di un laboratorio teatrale condotto da Lorenzo Zuffi e Sara Galiza . E’ anche il luogo dove abbiamo sempre voluto valorizzare le donne e quest’anno lo faremo facendo conoscere al grande pubblico la figura della scrittrice e illustratrice Maria Lupieri con la presentazione del libro Gri-gri e il paese dei gatti pescatori a cura di Roberto Benedetti, introdotto dal giornalista Alessandro Mezzena Lona, evento in collaborazione con l’ Associazione Stazione Rogers. Ospiteremo anche le scuole dando vita tutti insieme alla lettura pubblica della Convenzione dei diritti dei bambini, uno degli eventi organizzati da ALT associazione di cittadini e familiari di Trieste per la prevenzione e il contrasto delle dipendenze, IRCCS Burlo Garofolo, CSB Centro per la Salute del Bambino per celebrare i 30 anni dalla firma della Convenzione.

Non poteva mancare la musica con il concerto del Parto delle nuvole pesanti che ha dedicato l’ultimo disco all’esperienza positiva di accoglienza di Riace; e il cinema con due proiezioni interessanti al Cinema Ariston: La seconda patria di Paolo Quaregna sull’emigrazione degli italiani in Canada e Paese nostro, una produzione di Zalab di registi vari, in cui si descrive il mondo dell’accoglienza diffusa. Al Teatro Miela invece ospiteremo due film sul tema della tratta degli esseri umani Libera Vita e Crossing- The stories of migrant sex workers con il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute onlus ente attuatore del progetto regionale ‘il FVG in rete contro la tratta’
Chiuderanno la manifestazione due eventi molto diversi molto l’uno dall’altro, ma i cui temi hanno delle connessioni importanti con il tema dello spaesamento, della giustizia, della uguaglianza. Sarà nostro ospite il giornalista Attilio Bolzoni con lo spettacolo Parole d’Onore che indaga a fondo il linguaggio e il mondo violento della mafia, cui seguirà un dialogo sull’argomento con Enzo D’Antona, già direttore de “Il Piccolo”; e lo spettacolo Triangolo Rosa (Bent) di Martin Sherman al Teatro Sloveno che denuncia l’omocausto avvenuto durante il periodo nazista.
Nel libretto contenente il programma abbiamo voluto ringraziare di cuore tutte le persone che negli anni ha collaborato con competenza e entusiasmo alla realizzazione dell’evento, e il pubblico che ci ha seguito con  grande passione e interesse, chiudendo con una frase del filosofo giapponese Daisaku Ikeda: “Gli sforzi per avvicinare e coinvolgere le persone nel dialogo con l’obiettivo di promuovere la reciproca comprensione e avvicinare  culture diverse possono apparire come una cosa ordinaria. Tuttavia si tratta di una sfida coraggiosa per creare una nuova era nella civiltà umana”

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