“Ombrelle rosse, storie portate dal vento” è il nuovo progetto della Sartoria Sociale Lister dedicato alla sensibilizzazione sui diritti e sulle condizioni dei/delle sex workers, sottoposti/e frequentemente a forme di emarginazione e stigmatizzazione. L’iniziativa è promossa da Cizerouno, Sartoria Sociale Lister, Conferenza Permanente per la Salute Mentale nel Mondo “Franco Basaglia” e Comitato per i diritti civili delle prostitute (CDCP), in collaborazione con il progetto Stella Polare e il Museo Nazionale Reina Sofia di Madrid.
Finanziata dal Bando Creatività della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, l’iniziativa darà nuova vita agli ombrelli rossi ormai rovinati dalla bora, trasformandoli in oggetti ordinari capaci di dar voce a persone costrette spesso a rimanere nell’ombra. Per Pantxo Ramas, curatore e coordinatore del progetto, «l’obiettivo è restituire alla città una ricchezza che viene scartata e costruire spazi di discussione in cui la diversità sia valore e non disuguaglianza. Le vite emarginate, nascoste, invisibili dei/delle sex workers tornano a raccontarsi attraverso oggetti di uso quotidiano, quali borse, mantelline, frisbee per giocare e aquiloni che fanno pace con il vento».
Gli ombrelli rossi nascono come simbolo internazionale di solidarietà e lotta per i diritti dei/delle sex workers durante la 48° edizione della Biennale di Venezia (2001), come parte del “Padiglione delle Prostitute” e dell’installazione CODE:RED, ideata dall’artista sloveno Tadej Pogačar e dal CDCP.
Con questo nuovo progetto la Sartoria Sociale Lister, dichiara il suo presidente Pino Rosati, si riconferma come «luogo per ricucire la società, con la volontà di sperimentare, incontrare e raccogliere proposte e idee». Partita nel 2006 come laboratorio di sartoria in collaborazione con l’ENAIP nel rione di Valmaura, ora la Sartoria Sociale vuole dare un respiro internazionale al suo saper fare, rimanendo però sempre al servizio della comunità.
Massimiliano Schiozzi, presidente dell’associazione culturale Cizerouno, ci ha parlato di cosa si occuperà l’associazione nel contesto del progetto e dell’importanza di affiancare all’associazionismo culturale le istituzioni pubbliche, come avvenuto in Spagna:
Pantxo Ramas ci ha spiegato come è nato il progetto, quali sono gli obiettivi e come sarà organizzato:
Proprio Giovanna Del Giudice, presidente di ConF.Basaglia, ha illustrato il ruolo che avrà nell’iniziativa:
Il progetto ha già avuto inizio con un workshop presso il Museo Nazionale Reina Sofia, che, come riportato da Sara Buraya, coordinatrice dei Programmi internazionali del Dipartimento delle attività pubbliche del museo, si impegna da 15 anni nella critica e trasformazione istituzionale insieme alla cittadinanza, prendendo spunto anche dalla rivoluzione basagliana: