Martedì 21 agosto alle ore 20.45 al Lunatico Festival “Quello che conta sono i soldi”, uno spettacolo che parla di ricchezza economica, di valore e di scambio in un mondo segnato dal costante aumento delle disuguaglianze, dall’inarrestabile accumulo della ricchezza in poche mani e dalla perdita del valore dell’esperienza, delle idee, delle relazioni umane, della cultura e dell’arte, a favore del “ valore di scambio”, che assegna a ogni aspetto dell’esistenza un suo prezzo al posto di un suo valore intrinseco ed esperienziale.
Lo spettacolo è il risultato di “Quello che conta sono i soldi – corso interattivo di formazione alla ricchezza individuale”, riflessioni e interviste sui temi del denaro, della ricchezza e dello scambio, rivolte a diverse fasce sociali, con particolare attenzione alle aree di disagio, e generazionali: dai bambini alla terza età; incontri e conferenze con esperti, per aiutare il cittadino-spettatore a emanciparsi dalla solitudine percettiva in cui versa di fronte a fenomeni sempre più incomprensibili, cercando di contrastare il disagio sociale derivante dalla somma di queste solitudini frustranti. I precedenti incontro svoltisi tra Trieste e Zababria hanno permesso la stesura di un canovaccio teatrale che, attraverso a una serie di sessioni di prove aperte, ha portato alla costruzione del testo dello spettacolo in forma di paradossale gioco di ruolo interattivo.
Lo spettacolo verrà guidato da Boris Bakal, geniale regista e attore di teatro e cinema, artista intermediale e scrittore, direttore artistico di Bacači Sjen- ki/Shadow Casters (Zagabria), una piattaforma artistica che ha vinto numerosi premi e riconoscimenti internazionali per lo sviluppo di progetti culturali eclettici e dal taglio fortemente interattivo.
J. M. Keynes scrisse: “La stessa regola auto distruttrice del calcolo finanziario regola tutti gli aspetti dell’esistenza (…) Saremmo capaci di spegnere il sole e le stelle perché non danno alcun dividendo”, che è esattamente quello che l’uomo sta facendo. Se 85 persone al mondo (un numero che va restringendosi) detengono più ricchezza (accumulata a spese del pianeta) della somma delle ricchezze dei 3,5 miliardi di persone più povere della terra, ciò dimostra che tra l’accumulo infinito di denaro e il benessere dell’umanità non vi è relazione. Purtroppo, un mondo che al centro abbia il rispetto della vita e non il denaro, è un mondo che neanche riusciamo più a immaginare, rinchiusi come siamo dentro a questo Matrix dove siamo liberi di inseguire bisogni indotti e sognare sogni non nostri, e forse incapaci, ormai, anche solo di immaginare un diverso senso della vita.
Al Parco di San Giovanni, Trieste
Ingresso libero