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1989. Il viaggio della fotografa Antonella Pizzamiglio è diretto a Leros, isola greca del Dodecanneso. La destinazione è uno degli ultimi lager psichiatrici della nascente Unione europea.

“Nel manicomio di Leros, che verso la fine degli anni ’70 era giunto a contenere quasi tremila internati provenienti da tutta la Grecia, ho realizzato il mio primo reportage.”

Donne, uomini, bambini ammassati nelle vecchie caserme della Marina militare italiana che dal 1912 aveva installato a Leros il suo quartier generale.

“Per la prima volta a ventitre anni mettevo piede in un ospedale psichiatrico, per la prima volta la macchina fotografica penetrava clandestinamente nel manicomio per strappare le immagini più nascoste … In una lotta contro il tempo, in un corpo a corpo tra me e l’immagine da rubare, contro la mia stessa capacità/possibilità di riuscire a guardare quello che vedevo… Di lì a dieci giorni si sarebbe svolto ad Atene il Congresso mondiale di psichiatria, era urgente documentare quella drammatica situazione non solo con le parole ma con le immagini.”

“Alla fine degli anni Ottanta una giovane fotografa sufficientemente sprovveduta, adeguatamente incosciente per essere in grado di infiltrarsi in luridi meandri di un lager insulare ruba cento scatti all’omertà, al nascondimento, alla vergogna di un paese, di una cultura, di una professione.
Le prime pagine di alcuni quotidiani europei ne avevano già segnali, ma Antonella Pizzamiglio documenta, illustra, si sofferma, ci sta sopra, coglie l’enormità di quel che vede: ce lo consegna e ai funzionari dell’Unione Europea i documenti spalancano necessità – possibilità di intervenire.
Due èquipes da Maastricht e da Trieste possono essere inviate dalla CEE* a Leros e in un tempo non certo breve ma decisivo cambiare radicalmente i destini del luogo e degli internati.
Un’altra occasione per decidere ruolo e importanza del compito di non nascondere nulla, svelare realtà, conoscere per trasformare: l’uso straordinario di uno strumento straordinario perchè nessuno potesse più dire di non sapere e perchè nessuno possa più dire in futuro che le cose non stavano così.
Ho visto partire Antonella e l’ho vista tornare.
Le foto stavano lì, ma era chiaro che stavano ormai anche dentro di lei – come divennero non dimenticabili immagini per molti di noi.”

Franco Rotelli
*Comunità Economica Europea in seguito prese il nome di Unione Europea

Gli scatti denuncia di Antonella Pizzamiglio furono il motore dell’intervento della Comunità Europea che, nel 1990, finanziò il progetto che cambiò le sorti di migliaia di persone.
Il viaggio di Antonella Pizzamiglio all’interno dei meandri di Leros non si è ancora fermato.

A Trieste dal 15 novembre, in occasione del Convegno The Right (and Opportunity) to Have a (Whole) Life, inaugura la mostra permanente LEROS Il mio viaggio negli spazi del padiglione Z, all’interno del Parco di San Giovanni, luogo che vide svilupparsi il movimento di deistituzionalizzazione degli ospedali psichiatrici. LEROS Il mio viaggio sarà visitabile da mercoledì 15 novembre a venerdì 17 novembre con orario 10 – 16. L’inaugurazione sarà mercoledì 15 novembre alle ore 15.30. Nei giorni a seguire sarà possibile prenotare la visita via mail a didattica@lacollina.org, oppure via telefono al 349 8722305 .

Oltre 60 fotografie divise in 4 sezioni; la testimonianza di un viaggio iniziato nel 1989 e non ancora concluso
LEROS IERI – reportage realizzato nel 1989 all’interno del manicomio dell’isola greca del Dodecaneso. (1989)
LEROS OGGI – per dare un nome e una dignità che in passato non c’erano. (2011)
LA VERGOGNA DELL’ABBANDONO – le strutture e il senso di vergogna di un passato ancora presente. (2011)
L’ISOLA DEI PROFUGHI – (2016)
APERTURA SU PRENOTAZIONE:
didattica@lacollina.org
cell. 349 8722305
La mostra è organizzata dalla cooperativa sociale La Collina in collaborazione con Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste – Dipartimento di Salute Mentale, cooperativa sociale Reset, Agenzia Sociale 2001.

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